Non conoscevo Mario Stefanile, nulla sapevo di questo giornalista e scrittore napoletano
scomparso nel 1977 e devo la sua scoperta ad un amico napoletano che mi ha portato nella meravigliosa libreria Neapolis di Annamaria Cirillo, uno scrigno di tesori sulla cultura partenopea. Stefanile fu critico letterario de «Il Mattino» che amava definire «ozi letterari» i suoi interessi per la letteratura gastronomica e si diede il piacere di pubblicare libri come «Sentimento del gusto», «Musica da tavola», «Partenope in cucina», il “Breviario della cucina napoletana.”
Piccole guide scritte meravigliosamente con quella capacità rara di far “sentire” le varie ricette che lui amava di più. Scorro spesso il Breviario, le sue non sono ricette, sono piccole storie che raccontano l’humus della città, dei suoi abitanti, la sua storia a tavola e con le sue parole ti pare quasi di mangiare insieme a loro alcuni di questi piatti.
Al George Restaurant le antiche ricette vengono spesso proposte in chiave moderna o preparate con le tecniche della cucina classica, tanto care a Chef Domenico Candela.
Una su tutte Pomod’oro, il nostro spaghettone, rigorosamente di Gragnano, con 7 diverse varietà di pomodori campani, al quale preferisco sempre abbinare uno dei nostri vini di famiglia, il Falerno del Massico bianco Vigna Caracci 2017, un bianco di gran pregio, prodotto solo nelle annate ritenute più idonee, che nasce dall’omonimo vigneto di oltre 60 anni, situato alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina dove già i romani producevano il vino più ambito e più consumato, appunto il Falernum.
Il suo colore è già un bel viatico per il piacere enologico, giallo paglierino con bei riflessi dorati, il profumo è intenso dove la parte fruttata la fa da padrona con note di banana, ananas matura, rosa canina, e qualcosa che richiama la macchia delle pendici del Vesuvio.
In bocca è vellutato, morbido ed elegante, la beva è sciolta e intensa e di buona persistenza, un vino che dà il meglio di sé dopo 3 – 4 anni dall’uscita sul mercato.