Il Barbaresco Sorì Tildin: una delle creature più iconiche della cantina Gaja

La cantina Gaja non ha bisogno di presentazioni. È uno di quei marchi del vino italiano che hanno fatto grande il nostro vino nel mondo, dando una spinta fondamentale al miglioramento qualitativo complessivo della nostra produzione. La tenuta Gaja è stata fondata a Barbaresco nel 1859, ma il suo grande successo si deve soprattutto alle intuizioni e alla tenacia di Angelo Gaja che ha partire dal 1956 prese in mano le redini della cantina. Convinto del valore del territorio piemontese e della qualità dei suoi vini, Gaja ha deciso di puntare ai massimi livelli, curando nei minimi dettagli ogni aspetto della produzione.

Le innovazioni introdotte da Angelo Gaja hanno segnato un modo di lavorare l’uva a partire dalla fase di vinificazione, con estrazioni delicate e ben calibrate per esaltare finezza ed eleganza. Per gli affinamenti, ha sperimentato con successo l’utilizzo delle barrique accanto alle botti grandi, sempre con l’intento di rivelare e mettere in risalto le caratteristiche di ogni singolo terroir.  Sempre utilizzando ciò che di buono c’era nelle antiche consuetudini del territorio, della Langa ma ricorrendo anche a pratiche provenienti da altre grandi regioni del vino, a partire dalla Francia.

Una delle sue creature iconiche è il Barbaresco Sorì Tildin, un bouquet eccezionale con i suoi aromi minerali, la presenza di sentori di cedro e spezie orientali. Al palato ha grande personalità, ricco e pieno con dei tannini estremamente fini e ben calibrati. Lunghezza incredibile e meravigliosa capacità di conservarsi nel tempo.