I tre millenni della storia di Napoli – Parte 1

Le origini di Napoli si dipanano in una storia lunga tre millenni, nel corso della quale molteplici leggende si sono intrecciate fra di loro, dando luogo ad una stratificazione di storie, simboli, personaggi, luoghi, miti e mitologie.

Nel sostrato fondativo è centrale la figura della Sirena Partenope che, dopo essersi suicidata, avrebbe fatto incagliare il suo corpo sugli scogli dell’isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel Dell’Ovo o, secondo altra versione, nelle vesti di figlia di un condottiero greco, morì a seguito di un deragliamento della nave provocato da una tempesta, nel tentativo di fondarvi una colonia.

Di sicuro, univoco ed acclarato da un punto di vista storiografico, è il legame che unisce il nucleo originario ai coloni greci che, dapprima si insediarono nell’isola di Ischia, per trasferirsi poi nel litorale flegreo, precisamente a Cuma, e solamente dopo, nel sesto secolo a.c., fondare la città di Partenope sull’isola di Megaride.

Originariamente concepito come mero scalo commerciale, tale nucleo originario si espanse sul vicino Monte Echia – l’attuale Pizzofalcone – assumendo la struttura di un piccolo centro urbano, sino alla successiva rifondazione, poiché, per l’amenità dei luoghi, i fondatori temevano potesse entrare in concorrenza con il litorale flegreo.

La città conobbe un periodo di prosperità economica e culturale, diventando la meta di personalità politiche ed intellettuali importanti, come Cicerone e Virgilio, già luogo di confronto fra diversi orientamenti politici e culturali.

Un nucleo originario di oligarchi, espulsi proprio da Cuma per “aver congiurato”, fece sì che venisse eretta “Nea Polis”, la nuova Napoli, in un’area ricompresa tra la zona di Piazza Cavour, Porto S. Lorenzo e Forcella, secondo dei criteri greco-classici, imponendosi in pochi anni come egemone su tutto il litorale campano, ed internazionale nel Mediterraneo.

Coesistevano dunque Palepolis, la città vecchia, mentre a pochi chilometri di distanza si sviluppava Neapolis, città nuova, dal grande fermento culturale, sino all’avvento, sino alla conquista operata dai romani, susseguente all’invasione, nel 327 a.c.

L’impero lasciò tuttavia alla città ampi spazi di autonomia, permettendo che i suoi costumi, usanze ed abitudini rimanessero invariate, preferendo stringere un patto di solidarietà e mutua cooperazione.

Nel 2 a.c. la città, dopo essere stata afflitta da un terremoto dovuto all’attività del Vesuvio, fu scelta dall’imperatore Augusto come sede dei giochi isolimpici, uno degli eventi ludici più importanti dell’Occidente: la città fu così oggetto di un vasto intervento di risanamento e riqualificazione urbanistica ed ambientale, con l’erezione di una serie di teatri e luoghi di aggregazione sociale.

Successivamente vi fu l’avvento del Cristianesimo, con la data dirimente del 311 d.c., anno in cui un editto imperiale riconosceva ai credenti di tale religione libertà di riunione, e di professione della propria fede.

In merito alla Napoli medioevale, dopo essere passata nelle mani dell’imperatore Giustiniano, l’intera regione venne coinvolta nella guerra fra bizantini e longobardi, e fu divisa in base alle rispettive sfere di influenza, dando luogo allo sviluppo di una cultura sincretica e stratificata.

Forti del sostegno dello Stato ecclesiastico, i Normanni iniziarono il loro periodo di dominazione, progredendo e conquistando il Sud Italia, stabilendo la capitale a Palermo, e stabilendo una linea di discendenza e continuità ideale con il Sacro Romano Impero Germanico, che assunse il potere migliorando l’economia e l’amministrazione del Regno, oltre a stimolarne in modo intenso ed efficace la crescita culturale, fissandone nuovi assetti amministrativi e burocratici.

Nell’anno 1263, il Sud Italia passò nelle mani dell’Impero Angioino, trasformandosi in un regno indipendente, Napoli ovviamente ne divenne capitale, con una situazione che rimase stabile sino al 1442, quando vi furono alcune insurrezioni popolari, che portarono al potere Alfonso V D’Aragona, con l’ulteriore avvento della monarchia spagnola.

Tra i prezzi più preziosi, la mitra, nella quale sono incastonate circa quattromila pietre preziose, e la collana, alla quale sono state aggiunte monili e pietre preziose donate da personalità come Carlo di Borbone e Vittorio Emanuele III di Savoia, ed infine le Insegne dell’Ordine di Gennaro, ma anche una collezione di argenti e dipinti di grande pregio.