Il Superiore “Piastraia”: un ottimo esempio di Bolgheri

La denominazione Bolgheri è tra quelle toscane una delle più conosciute ma che paradossalmente forse se ne sa meno, il nome certo ha aiutato, e grazie al poeta Carducci con il suo “Viale dei Cipressi” l’ha resa immortale. Un territorio del vino dove il vitigno praticamente non c’era, ma che grazie all’intuizione del grande enologo Giacomo Tachis e alla famiglia Gherardesca è diventata la patria dei vitigni internazionali del nostro paese. La zona di produzione di questo vino coincide con i confini del comune di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, che si trova nella Maremma toscana tra le Colline Metallifere ed il mar Tirreno, un territorio che era un tempo molto selvaggio, con boschi e paludi dove la nobiltà del tempo si dilettava nella caccia.
Nel corso degli anni la zona ha visto crescere la presenza di bravi produttori, uno di questi e Michele Satta che dal 1984 è diventato in pochi anni uno dei vignaioli più interessanti, con i suoi 20 ettari vitati produce bottiglie eleganti e complesse, dove la vocazione territoriale e le potenzialità dei vitigni utilizzati emergono splendidamente, un ottimo esempio è il suo Bolgheri Superiore “Piastraia”.
Un blend perfetto dove le uve utilizzate, Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese e Syrah si dividono in parti uguali le percentuali presenti, un vino che matura per 18 mesi in barrique e per almeno 24 in bottiglia e che una volta nel bicchiere esprime una complessità olfattiva ragguardevole, con la presenza di piccoli frutti, spezie orientali e mediterranee, erbe balsamiche e legni nobili. Al palato rivela struttura, corpo, equilibrio e grande persistenza. Un vino di grande eleganza e grande riconoscibilità.
Di assoluto valore è anche il suo Toscana Bianco “Giovin Re”, una creatura fortemente voluta da Michele, una sfida nel realizzare un grande vino partendo da un uvaggio di viognier in purezza. Una scommessa riuscita, un bianco intrigante già a partire dal suo colore dorato intenso, all’olfatto in evidenza sentori floreali, agrumati e speziati derivanti dal passaggio in legno durante la maturazione. La beva è piena, armonica e intensa, un bianco che può tranquillamente invecchiare per un decennio, in questo modo, anno dopo anno si potrà seguire una evoluzione sempre affascinante.